Miodesopsie: un discomfort che richiede attenzione
Il corpo vitreo, ritenuto un tempo come un organo residuale, è
oggi considerato come un’importante struttura dell’occhio, soprattutto
in considerazione degli stretti legami che esso assume con la patologia
del segmento anteriore. Non vi è dubbio che le migliorate tecniche
diagnostiche, le maggiori conoscenze fisiopatologiche e la maggiore
attenzione data alle alterazioni vitreali hanno portato a considerare la
patologia del corpo vitreo come un problema clinico di ampia portata ed
una situazione in progressiva diffusione.
Molti possono essere i
fattori che determinano, a livello del corpo vitreo, alterazioni della
sua struttura, omogeneità, aspetto e funzionalità.
Con l’età
avanzata la struttura vitreale può divenire più disomogenea, le fibre di
collagene vanno incontro a rarefazione e contrazione (sineresi), la
consistenza stessa può variare fino ad una perdita della sua tipica
caratteristica (sinchisi). Accanto ai fattori già noti che sono in grado
di determinare variazioni delle proprietà del corpo vitreo, come l’età,
la miopia, alcuni farmaci, certi interventi chirurgici sul bulbo ecc.,
altri sono stati individuati e studiati più recentemente.
Il corpo
vitreo è un gel ed è straordinario che la piccola quantità di sostanze
solide che lo compongono (il 99% circa è costituito da acqua) possano
essere in grado di conferirgli una struttura semisolida.
Il
materiale solido costituisce meno dell’1% ed è formato da fibre di
collagene (principalmente tipo Il e IX), proteine, mucopolisaccaridi
(acido ialuronico) e cellule vitree. I mucopolisaccaridi s’intersecano,
insieme con gli altri costituenti, negli spazi compresi tra le fibre di
collagene, ma in maniera tale da consentire una perfetta trasmissione
della luce.
Le cellule (ialociti) che si distribuiscono verso la
periferia del corpo vitreo, ma sono assenti in vicinanza del disco
ottico, sono in grado di sintetizzare acido ascorbico e di produrre
acido ialuronico. Nel corpo vitreo sono presenti altri componenti:
albumina, globulina, zuccheri (circa la metà della concentrazione
ematica), glucosamina.
Nel corpo vitreo sono presenti anche numerosi elettroliti: sodio, potassio, calcio, cloruri, bicarbonato, fosfati ecc.
Le
principali funzioni del vitreo sono quelle di costituire un mezzo
diottrico importante, di mantenere la sfericità del bulbo oculare, di
proteggerlo da eventuali traumi da impatto e di favorire, attraverso la
sua elasticità, le variazioni di curvatura del cristallino.
Nella
tarda età il volume del vitreo si riduce, il corpo vitreo tende a
collassare (sineresi) mentre le fibre si ispessiscono, diventano
tortuose e risultano circondate da vitreo liquefatto. Tutto ciò è stato
ritenuto essere dovuto ad una riorganizzazione progressiva dell’acido
ialuronico e delle fibre di collagene.
Le patologie del
corpo vitreo, escluse quelle congenite, sono legate alla degenerazione
della sua microstruttura e vanno dalle opacità più o meno diffuse ai
corpi mobili vitreali (miodesopsie), dal distacco posteriore del vitreo
alla vitreopatia asteroide.
E’ stato dimostrato che nei
processi biochimici di invecchiamento del vitreo un ruolo importante è
ascritto alle metalloproteinasi. Questi enzimi agiscono degradando le
fibre connettivali, e pertanto anche quelle del collagene vitreale.
Questo effetto diventa più aggressivo in seguito a progressiva carenza
di enzimi protettivi. Tali situazioni si verificherebbero non solo nella
miopia ma anche in tutte quelle situazioni dove i processi patologici
determinano sofferenza dell’epitelio pigmentato.
Tra
tutti i sintomi delle alterazioni vitreali, le miodesopsie, o floaters
in inglese, (moscae volitantes o mosche volanti) rappresentano raramente
un segno di seri problemi oculari.
Più del 50% dei soggetti con più di 70 anni di età riferisce di
vedere mosche volanti quando guardano il cielo sereno o sfondi chiari,
come neve o una pagina di un libro, e ciò è dovuto al fatto che le fibre
alterate e mobili si inseriscono nel cono di luce della visione e
vengono così proiettate sulla retina. La loro forma è la più varia:
filamentosa, a tela di ragno, macchie, punti scuri ecc.
I corpi
mobili vitreali si possono riscontrare nei miopi ma anche in pazienti
con allergie alimentari o in pazienti affetti da candidiasi oculari.
Quando il numero dei corpi mobili è piccolo non sta quasi mai a
significare seri problemi, anche se il paziente può accusare un certo
discomfort, ma un numero elevato di essi, soprattutto se dovessero
apparire improvvisamente, o il rapido peggioramento di situazioni
preesistenti richiede certamente un attento esame da parte
dell’oculista. Questo è tanto più vero quando vengono contemporaneamente
riferiti fosfeni (visione di puntini luminosi, o scintille, in assenza
di luce…) o alterazioni del visus, poiché ciò può preludere a trazioni
retiniche,
distacco posteriore di vitreo, emorragie ecc.
Molti
corpi mobili si dissolvono nel tempo (ma possono anche ripresentarsi),
altre volte sono avvertiti come poco fastidiosi. Il cliente va informato
e rassicurato sul fatto che se anche le mosche volanti dovessero
rimanere costanti nel tempo, ciò non costituisce pericolo o segno di
malattia alcuna, ma va posto tuttavia l’accento sul fatto che è
importante ricorrere all’oculista in presenza di variazioni di forma e
soprattutto del numero delle stesse.
Le recenti conoscenze sembrano
accreditare l’uso di sostanze in grado di inibire le metalloproteinasi,
preservando così le strutture vitreali da possibili aggressioni da parte
di questi enzimi. Un’altra prospettiva di sicuro interesse è quella di
contrastare il danno ossidativo da radicali liberi, ritardando così il
progressivo invecchiamento del corpo vitreale.
Nella prevenzione
delle alterazioni del corpo vitreo o nel trattamento di situazioni che
non richiedono terapie specifiche o interventi chirurgici (vitrectomia,
interventi laser ecc.) l’integrazione con sostanze che hanno proprietà
tali da avere un ruolo nella fisiopatologia di diversi organi, ed in
quella del corpo vitreo in particolare, costituisce certamente una
prospettiva di indubbio interesse.
Questo fatto è tanto più vero quanto più incongruo è l’apporto dietetico o quanto più squilibrata è la dieta.
L’utilizzo
di OPTOvitreo, un preparato a base di Lisina, Arginina, Carnitina,
Potassio, Magnesio e Vitamine con estratti vegetali, ha trovato in
questo settore larghi consensi, poiché risponde alla necessità di
disporre di interventi terapeutici sempre più tempestivi e
multifattoriali. Le diverse sostanze che sono alla base di OPTOvitreo
hanno tutte un ruolo nella fisiopatologia oculare e un’azione
particolarmente importante a livello del corpo vitreo.
Infatti gli
aminoacidi presenti in OPTOvitreo, Arginina Carnitina e Lisina,
consentono la formazione di collagene di tipo Il altamente presente a
livello vitreale; i sali minerali, quali Magnesio e Potassio, permettono
il mantenimento del bilancio idrosalino della matrice vitreale; gli
estratti vegetali, quali la Bromelina, consentono la protezione delle
fibre di collagene dall’attacco di enzimi nocivi (collagenasi e
metalloproteinasi); Ginseng e Guaranà elevano la soglia di resistenza
dei tessuti vitreali all’azione di agenti nocivi esterni ed hanno
ottimali proprietà di ricostituenti psicofisici; infine le Vitamine del
gruppo B sono importanti cofattori in tutte le reazioni metaboliche
specifiche anche a livello vitreale. Grazie alle proprietà dei suoi
costituenti OPTOvitreo contribuisce a migliorare il metabolismo
cellulare, a mantenere la fisiologica composizione dei tessuti e ad
aumentare le difese delle strutture del corpo vitreo. L’apporto di tali
micronutrienti trova un razionale impiego, anche dopo l’intervento
chirurgico della cataratta. La finalità è duplice, ridurre i corpi
mobili vitreali che si rendono visibili al paziente dopo la sostituzione
del cristallino, garantire un apporto energetico, utile dopo un
intervento chirurgico.
La formulazione in compresse effervescenti
agevola l’assunzione del preparato contribuendo al processo di
idratazione del vitreo. In definitiva OPTOvitreo, grazie alla sua
razionale e completa formulazione, permette il trattamento delle
miodesopsie in maniera mirata e multifattoriale. La posologia
consigliata è di una compressa effervescente al giorno, disciolta in un
bicchiere d’acqua (200ml.) al mattino, o nella mattinata, prima dei
pasti.
OPTOvitreo, facile… come bere un bicchier d’acqua!