L’astenopia
accomodativa è una sindrome causata da un eccessivo affaticamento dei
muscoli oculari, deputati alla messa a fuoco nella visione da vicino, e
anche da un elevato stress retinico. Solitamente viene attribuita a
soggetti presbiti o ipermetropi, soprattutto di età avanzata, a causa
della loro ridotta capacità di accomodazione.
Questo studio
effettuato da Vincenzo di Santo per la sua Tesi di Laurea presso
l’Università Bicocca di Milano, indirizzo di Ottica e Optometria,
dimostra che l’astenopia accomodativa può colpire anche individui di
giovane età (lo studio è condotto su ragazzi tra i 21 ed i 25 anni) ed
evidenzia come l’integrazione alimentare mirata aiuti a combatterne i
sintomi.
Il sistema visivo, in persone che svolgono per
professione o per hobby, un’intensa attività visiva a distanza
prossimale come videoterminalisti e studenti, è il sistema direttamente e
maggiormente utilizzato. Durante lo svolgimento di queste attività si
verifica una costante domanda al punto prossimo che, per consentire il
normale svolgimento dell’attività visiva, stimola l’organismo ad
integrare a lungo accomodazione e convergenza. Questo avviene in
contrasto con gli standard fisiologici, causando l’alterazione
dell’omeostasi tra i due sistemi effettori (convergenza e
accomodazione).
Lo stress eccessivo che deriva da queste
attività visive, unitamente ad altri fattori come l’inefficienza del
sistema visivo, lo stato fisico ed emotivo del soggetto, le condizioni
di lavoro (es. illuminazione), la durata e la richiesta cognitiva
dell’attività visiva in questione; possono favorire, a lungo termine,
l’insorgenza dell’astenopia accomodativa.
L’Optometrista,
attraverso opportune misurazioni e considerazioni, è in grado di
ottimizzare l’approccio visivo del paziente relativamente a tali
attività visive. Analizzando e compensando gli eventuali squilibri
presenti a livello oculare (ametropie, squilibri della visione
binoculare, ecc.), può cercare di ridurre o mento di queste attività, ma
spesso questi accorgimenti non sono sufficienti.
In seguito a
quanto detto in precedenza ci si è chiesto: è possibile ipotizzare che
un apporto di nutrienti fondamentali nella dieta, che entrano in gioco
nelle attività muscolari e metaboliche dell’organismo, possa fornire un
supporto aggiuntivo al sistema visivo durante lo svolgimento di attività
visive, intense e prolungate, a distanze prossimali? L’obbiettivo dello
studio è stato proprio quello di rispondere a tale quesito, integrando
nella dieta giornaliera dei soggetti analizzati i seguenti nutrienti:
Potassio, Magnesio, Luteina ed L-carnitina.
Il Potassio ed il Magnesio hanno un
ruolo chiave nel mantenimento dell’omeostasi dell’organismo e del
metabolismo energetico cellulare, inoltre, da essi dipende la
contrazione muscolare. La Luteina è un carotenoide della famiglia delle
xantofille, concentrata principalmente nella macula retinica ed in minor
quantità nel cristallino. Questa sostanza svolge un’importante attività
antiossidante prevenendo il danno causato dai radicali liberi,
rafforzando e stabilizzando le membrane cellulari.
Oltre all’importante attività antiossidante, la luteina genera un filtro naturale sui pigmenti maculari impendendo alle radiazioni luminose nocive (luce blu) di raggiungere e danneggiare il tessuto sensibile della retina. La L-carnitina, infine, è un aminoacido di cui l’organismo usufruisce per convertire i grassi in energia di pronto utilizzo. Tali nutrienti, nello studio, sono stati impiegati per mezzo di un integratore alimentare granulare idrosolubile, OPTOdrase di OPTOX.
E’ stato preferito un integratore alimentare, anziché i normali alimenti presenti in natura (che ovviamente contengono i nutrienti menzionati), per questioni di maggiore precisione e maggiore praticità di assunzione per i soggetti analizzati. La selezione dei soggetti da trattare con OPTOdrase è avvenuta per mezzo di test optometrici preliminari (per testare le abilità visuomotorie necessarie ad un adeguato utilizzo della visione) e questionari anamnestici (per la valutazione della tipologia e dell’intensità dei sintomi).
Sono stati scelti 15 soggetti, tutti emmetropi e di età compresa tra i 21 ed i 25 anni. Il fattore in comune è che essi svolgono un’attività visiva a distanza prossimale per tempi non inferiori alle 6 ore giornaliere. Ad ogni soggetto è stata sottoposta la stessa batteria di test optometrici e lo stesso questionario anamnestico prima, durante ed al termine del trattamento con gli integratori alimentari.
La durata del trattamento è stata di 45 giorni (primo controllo dopo 30 giorni e secondo dopo 15 giorni dal primo). La batteria di test prevedeva una raccolta dati inerente a: stato forico, vergenze fusionali positive e negative, risposta accomodativa, ampiezza accomodativa, facilità accomodativa (monoculare e binoculare), facilità delle vergenze, sensibilità al contrasto e recupero dall’abbagliamento. Tutti i test, ad eccezione della sensibilità al contrasto e del recupero dall’abbagliamento, sono stati eseguiti a distanze prossimali (40cm) ed a campo libero, al fine di riprodurre il più possibile le normali condizioni di impiego del sistema visivo da parte del paziente.
Tutte le valutazioni pre, durante e post trattamento, sono state eseguite in ogni soggetto al termine della mansione giornaliera, quando il grado di stress e di tensione muscolare risultano essere meno tollerati dall’organismo. I dati raccolti nella visita iniziale, nel primo confronto dopo 30 giorni e nel secondo dopo 45 giorni di trattamento, sono stati analizzati e confrontati mediante analisi statistica. Da tale analisi è emerso un incremento statisticamente significativo (p < 0,05) delle performance visive dopo 30 giorni di trattamento con OPTOdrase, per i seguenti test: – rottura vergenze fusionali positive; – facilità accomodativa monoculare e binoculare; – facilità delle vergenze; – sensibilità al contrasto; -recupero dall’abbagliamento.
Il secondo controllo è stato eseguito dopo 45 giorni, mettendo a confronto i dati registrati nelle due misurazioni, ed è emerso un incremento positivo delle performance per il test della sensibilità al contrasto. Per gli altri test, da cui si è evinto un miglioramento significativo nel primo controllo, nel secondo è stato notato qualche ulteriore miglioramento, che però non è risultato essere statisticamente significativo. Al termine di questo studio è emerso che l’introduzione nella dieta di alcuni nutrienti quali potassio, magnesio, luteina e L-carnitina, contenuti in OPTOdrase, sembrano influenzare positivamente diverse abilità visive dopo i primi 30 giorni di trattamento.
Dai questionari anamnestici è emerso che il 60% dei pazienti ha riscontrato miglioramento, in termini d’intensità, per i seguenti sintomi: tensione associata all’attività visiva, bruciore, lacrimazione, mal di testa, visione sfocata e sensibilità alla luce. In conclusione, possiamo dire che l’astenopia accomodativa è quasi sempre associata a individui che usano in maniera intensa e prolungata la visione da vicino, a prescindere da difetti visivi e dall’età. Solitamente l’Ottico-Optometrista cerca di risolvere le astenopie tramite correzioni visive, ma spesso ciò non è sufficiente.
Questo studio mette in evidenza come la supplementazione di nutrienti fondamentali per il metabolismo muscolare ed oculare, assunti tramite OPTOdrase (un integratore specifico per gli occhi), sia utile per migliorare le performance visive e per ridurre la sintomatologia, in individui che lamentano astenopia accomodativa.